giovedì 16 giugno 2011

"Montecarlo mon-amour"


Si può essere così scemi da innamorarsi di una gara automobilistica senza mai averla vista ?
Certamente!
E’ il mio caso nei confronti di quello che io reputo Il Rally (scritto maiuscolo apposta) per antonomasia.
Nato nei primi anni dello scorso secolo, come occasione di ritrovo per gli allora benestanti frequentatori della Costa Azzurra, nel periodo estivo, per poter dare una spinta turistica a quei luoghi anche durante il periodo invernale, Il passo da semplice ritrovo conviviale a gara vera e propria fu breve, si diedero delle regole, ci furono dei giudici per confermare le effettive percorrenze fatte dai concorrenti e ovviamente ci furono dei premi.
Per me è stato facile innamorarmi di una competizione di questo tipo, che oltre alle prestazioni agonistiche aveva come variabile il tempo atmosferico, che inevitabilmente proponeva freddo, strade ghiacciate e percorsi al limite della praticabilità; al pari potrei mettere il Safari Rally, ma sarà per la distanza dall’Europa, o forse perché prediligo il clima freddo al caldo torrido, non ha mai catturato il mio interesse.
Ricordo ancora, quando, allora adolescente, ascoltavo alla radio la diretta della notte del Turini e mi immaginavo la fatica e la perizia che dovevano mettere quei guidatori per raggiungere il colle;come sarà la strada dopo il tornate, avrò trazione o la macchina comincerà a slittare, il caldo nell’abitacolo incomincia ad appannare i vetri, fuori è sotto zero, riuscirò a recuperare in discesa il tempo perso, avrò il coraggio di frenare un po’ più tardi, tutti in discesa vogliono recuperare, i freni reggeranno o si surriscalderanno, quanta gente in quel tornate, deve essere difficile, il pubblico vuole lo spettacolo ma io devo terminare la gara !
Tutti questi pensieri o fantasie che dir si voglia, mi sono ritornati in mente, parecchi anni dopo, quando, d’estate ed in moto, ho percorso il famoso colle, ma alla fine ho potuto esclamare “Montecarlo mon-amour”.

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